Idee innovative
per la nuova porta di San Barnaba
Nei quadri precedenti abbiamo visto anche nel dettaglio la soluzione di porta che venne adottata e realizzata per la Chiesa di San Barnaba. Si tratta di un lavoro unanimemente apprezzato, perfettamente coerente sul piano dei contenuti e di ottima fattura.
Bisogna però segnalare che GMS considerò sempre questa soluzione come meno interessante rispetto ad altre ipotesi che aveva tracciato e che cercò fino alla fine di fare accogliere dai suoi interlocutori. Non tanto dai Barnabiti (che mano mano si erano entusiasmati all’idea di una porta ‘viva’ sul piano della comunicazione) quanto dalla Sovrintendenza che tenacemente resistette – uscedone naturalmente vittoriosa – a favore della soluzione ‘conservativa’.
In un appunto GMS?scrisse “dopo quattordici mesi di incessante battaglia con la Sovrintendenza ...”. Conoscendo la tenacia dell’uomo per tutto ciò che riguardasse l’arte, possiamo pensare che fu veramente battaglia e che il Sovrintendete (che pure apprezzava molto GMS), dovette tirare un sospiro di sollievo quando l’artista si adeguò alle direttive dell’ufficio.
Sta di fatto che nei quattordici mesi di lavoro per il restauro di San Barnaba, GMS avanzò diverse ipotesi per la nuova porta.
Alla porta originaria in legno massiccio (irrimediabilmente danneggiata dal tempo), non era stato dato al momento della sua fattura un ruolo assertivo. Le otto partizioni di tipo geometrico si limitavano a porre in coerenza l’ingresso del tempio con la struttura architettonica dell’insieme.
I Padri Barnabiti, probabilmente anche sotto l’influenza delle porte del Duomo (realizzate negli anni immediatamente precedenti da artisti di valore come Manzù e Manerbi), avevano cominciato a sentire l’esigenza di fare della porta anche un elemento di comunicazione con i fedeli.
Da qui l’indicazione data all’artista di ««fondere la nuova porta con formelle figurate secondo i temi suggeriti dai Padri».
GMS colse con entusiasmo l’opportunità di creare una vera opera d’arte come ingresso al tempio e cominciò un lavoro per così dire ‘educativo’ nei confronti dei Barnabiti.
Elaborò quindi tre ipotesi di fondo (vedi >>), concretizzate in numerosissimi bozzetti (di cui abbiamo perso la traccia) ma che possono essere ricondotti a tre prototipi che l’artista registrò in fotografia (purtroppo le riprese non sono un granché sul piano della tecnica fotografica).
Nella prima ipotesi (vedi >>) veniva rispettata quasi integralmente la partizione geometrica della porta originaria ma venivano concepite figure del tutto  nuove rispetto alla tradizione con inserimenti anche grotteschi.
Nella seconda ipotesi (vedi >>) quanto ai contenuti veniva seguito un percorso più tradizionale ma con un taglio raffigurativo decisamente nuovo e con una semplificazione dei campi spaziali.
Nella terza (vedi >>), fotografata ancora in uno stadio preliminare, veniva abbandonata quasi del tutto la partizione geometrica a favore di una visione d’insieme di grande efficacia e respiro, tracciando in un quadro unitario le diverse tappe della vita e della morte del Redentore.
L’azione pedagogica di GMS a colpi di bozzetti di grande efficacia, aveva fatto breccia nei Padri (“bozzetti sempre approvati dai Padri Barnabiti”, scrive in un appunto GMS) ma si era arenata di fronte all’intransigenza della Sovrintendenza. Non sta a noi valutare se questo atteggiamento conservativo sia stato un bene o un male.
Sta di fatto che le idee – senz’altro innovative – di GMS rimasero allo stato di bozzetti che val certo la pena di guardare con attenzione.
Scultura >>>
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Chiesa di San Barnaba Milano 1965 Restauro facciata Nuova porta
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Chiesa di San Barnaba, Milano_9
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